News

Ascese e cadute

a cura di Massimo Collina

Dopo quasi due secoli la famiglia Rothshild, ramo francese e inglese, lascia la borsa. Si tratta di una delle famiglie più emblematiche del capitalismo, che riuscì a moltiplicare le sue fortune alla borsa di Londra, conoscendo in anticipo la notizia della sconfitta di Napoleone a Waterloo grazie all’uso di piccioni viaggiatori inviati al seguito dal Duca di Wellington.
Da allora i Rothshild sono diventati prima banchieri presso le corti di Londra, Parigi, Francoforte e Napoli, poi coloro che a Londra hanno fissato per secoli il prezzo dell’oro con la loro banca. Le ragioni che hanno spinto la banca a chiedere il delisting sono: la non necessità di capitale e le difficoltà che generano gli obblighi di comunicazione della borsa, per chi deve operare con riservatezza, diventati sempre più pesanti e di ostacolo per una gestione efficace.

In questi giorni, anche la famiglia Adani, proprietaria del più grande gruppo industriale dell’India, è al centro dell’attenzione dei media finanziari. Una piccola società di ricerca finanziaria, la
Hindenburg Research con sede a New York, l’ha accusato di manipolare i titoli delle sue società e di frode commerciale.
Gautam Adani è uno degli uomini più ricchi al mondo e il suo impero commerciale è molto diversificato. Dalle automotive al carbone (Adani è il proprietario del marchio Tata), dalle telecomunicazioni alle infrastrutture. In India è considerato una star nel mondo degli affari, ma soprattutto ha una forte influenza politica. Tanto che il Financial Times ha detto che l’attacco della Hindenburg «rappresenta un test di trasparenza per l’India intera».

Una famiglia che sembra non conoscere alcun tipo di crisi è quella artificiale di ChatGPT (OpenAI). Fortune le ha chiesto quali lavori pensa di sostituire, e la sua risposta non è una buona notizia per i professionisti dell’inserimento dati, per i reporter, e nemmeno per gli opinionisti. Moltissimi posti di lavoro sono già stati persi a causa dell’intelligenza artificiale e la tendenza continuerà.

Sorprendentemente, però, pensa che avrà un impatto “netto positivo” sull’occupazione. L’intelligenza artificiale sta già superando i candidati umani in molte domande di lavoro, e non
sono pochi gli economisti che sostengono che occuperà oltre la metà dei posti di lavoro, riducendo i salari dei ruoli rimanenti. ChatGPT ha aggiunto: “Tuttavia, è importante notare che
mentre alcune attività possono essere automatizzate, la tecnologia come me può anche aiutare ad aumentare e supportare i lavoratori umani, consentendo loro di essere più produttivi ed efficienti nei loro ruoli”.

D’altro canto gli umani non si sono dimostrati particolarmente “intelligenti” in quest’ultimo anno. A tal proposito il piano di pace della Cina in 12 punti suona come una fresca novità, alta e leggera come se fosse stata pronunciata da una Miss al termine di un concorso di bellezza. Tuttavia, la lieta novella ha messo in difficoltà l’Unione Europea, che stenta a definire un suo ruolo autonomo rispetto all’alleanza con gli Stati Uniti nell’ambito della Nato, rinvigoritasi dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

Occorre riconoscere che Pechino è stata abilissima nel voler evitare completamente la questione concreta, quella delle aree occupate dell’Ucraina e annesse alla Russia, che va lasciata al tavolo
delle trattative tra le parti, mettendo invece in chiaro che sovranità e sicurezza sono inscindibili. In questo caso, la sua posizione su Taiwan è messa perfettamente al riparo, così come quella della Russia che ha sempre chiesto una sorta di neutralità dell’Ucraina.

Considerazioni economiche
Secondo un articolo del The Kyiv Independent (19 gennaio 2023), “Meno del 9% delle aziende occidentali ha chiuso le filiali in Russia dopo l’invasione, da parte di quest’ultima, dell’Ucraina”. La stragrande maggioranza delle imprese con sede nell’Unione Europea e nel G7 continuano a operare e ad investire in Russia, secondo una ricerca dell’Università svizzera di San Gallo.
La ricerca ha rilevato che le aziende americane sono state le più disponibili ad andarsene dalla Russia rispetto alle altre imprese occidentali. Meno del 18% delle filiali statunitensi che operano in Russia, sono state interamente dismesse da quando è scoppiata la guerra totale, rispetto al 15% delle imprese giapponesi e solo l’8% delle imprese della UE. L‘Università di San Gallo ha affermato che questi risultati mettono in discussione la volontà delle aziende occidentali di separarsi dalle economie che i loro governi ora considerano rivali geopolitici.
Stefan Oelrich, il capo del conglomerato tedesco Bayer, ha detto al Financial Times che l’Europa sta diventando un continente “ostile all’innovazione”, perché i responsabili politici rendono difficile generare ritorni sugli investimenti. Nel mondo occidentale: “La burocrazia si espande per soddisfare le esigenze di una burocrazia in espansione” (Oscar Wilde).

Il dirigente della Bayer ha toccato un punto importante, ma cos’altro dobbiamo aspettarci quando la spesa pubblica in numerosi paesi dell’UE è superiore al 50% del PIL? Ciononostante, secondo lo strategist di Goldman Sachs Group Cecilia Mariotti gli investitori stanno prediligendo asset finanziari non statunitensi. Bloomberg osserva che gli Stati Uniti hanno visto deflussi per circa 5 miliardi di dollari solo nelle prime due settimane dell’anno, mentre il prezzo del gas più basso, un dollaro più debole e l’ottimismo sulla riapertura economica della Cina, hanno stimolato gli afflussi in fondi azionari di Europa, Cina e altri mercati emergenti. Così come alcune famiglie hanno contribuito alla crescita economica e finanziaria di un Paese, le valute rappresentano lo status di una nazione. Un investitore di lungo termine trae vantaggio investendo in una valuta forte, piuttosto che in un Paese la cui valuta è chiaramente in una
tendenza al ribasso (per esempio la sterlina durante il secolo scorso).

Il declino della Sterlina è stato un sintomo del declino economico della Gran Bretagna rispetto al resto del mondo (l’India della famiglia Adani ha superato la Gran Bretagna ed è diventata nel 2022 la quinta economia mondiale).
Oggi ad essere in discussione è lo status di valuta di riserva del dollaro americano, perché sempre più paesi sono interessati a scambiare beni, servizi e detenere le proprie riserve in valute diverse dal dollaro statunitense. È a dir poco incredibile che la Cina detenga la maggior parte delle sue riserve di valuta estera non solo in dollari USA, ma anche in custodia degli Stati Uniti.

Osservazioni sugli investimenti
Il rimbalzo guidato dalle azioni ad alta crescita nel mese di gennaio, nel mese successivo ha favorito un rimbalzo anche del dollaro USA, che era in ipervenduto. Ad ogni modo, in una prospettiva di lungo termine sembrerebbe che il dollaro statunitense sia significativamente sopravvalutato rispetto allo yen giapponese e, pertanto, probabilmente sopravvalutato anche rispetto ad altre valute asiatiche. La forza del dollaro è sintomatica della stretta della liquidità globale. Generalmente, l’inasprimento della liquidità e la forza del dollaro USA sono favorevoli alle azioni statunitensi, rispetto a quelle degli altri paesi. La debolezza del dollaro è un segnale globale che la liquidità è in espansione o si prevede che aumenterà nuovamente. Fasi di espansione della liquidità globale, accompagnate dalla debolezza del dollaro, sono favorevoli all’aumento dei prezzi delle materie prime, delle azioni ed obbligazioni delle economie emergenti.
A metà febbraio le azioni del comparto tecnologico di Hong Kong si sono impennate sulla notizia che il fondo Scion Asset Management di Michael Burry, ha acquistato azioni di Alibaba e JD.com. L’investitore statunitense è diventato famoso per aver venduto allo scoperto le obbligazioni subprime nel 2008, e le sue gesta sono state raccontate nel libro “The Big Short”, poi interpretate dall’attore Christian Bale, nel omonimo film del 2015.

Hong Kong è, e sarà, una città diversa da quella che era sotto il protettorato inglese fino al 1997. Ma come parte della Cina, e all’interno della Greater Bay Area (GBA) Hong Kong, potrebbe
comunque prosperare. Questa regione è composta da nove città continentali e due regioni amministrative speciali: Hong Kong e Macao. Il GBA aveva un PIL di 1,67 trilioni di dollari e una
popolazione di 86 milioni nel 2020. È l’undicesima economia più grande del mondo, simile per dimensioni a quella della Russia e del Brasile, e più grande di quella della Spagna e dell’ Australia. In termini di popolazione, ha uno dei migliori dati demografici in Cina, con una sana distribuzione di giovani e anziani, più una classe media in ascesa e talenti importati da tutto il mondo. Secondo un rapporto pubblicato da PWC nel 2016, il PIL del GBA dovrebbe raggiungere 4,6 trilioni di dollari entro il 2030. Se queste cifre sono accurate, significa che la regione crescerà tra il 10% e il 14% all’anno nei prossimi otto anni, superando le dimensioni di Germania e India che attualmente occupano rispettivamente al 4° e 5° posto nel mondo.
Al 20° Congresso del Partito Comunista cinese di ottobre, il presidente Xi Jinping ha identificato il GBA come regione di interesse economico e, tra tutte le città cinesi, Hong Kong è la più citata con 23 menzioni. A causa della geopolitica, Taiwan è stata menzionata 21 volte, con Shanghai menzionata 1 volta e Pechino 2 volte. Questo indica che il suo successo è una priorità per la
leadership cinese, e dovrebbe essere positivo anche per le aziende con una grande esposizione nella regione.