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Il Resto del Carlino «È ora di parlare senza isterismi del nucleare»

È ora di parlare senza isterismi del nucleare

Dati divulgati dalla Camera di Commercio di Reggio Emilia sono davvero preoccupanti. Colpa della guerra e della pandemia, certamente, ma soprattutto di certe speculazioni sulle materie prime che mettono in ginocchio le PMI e che come Confapi Emilia denunciamo da oltre un anno. In più, va bene nel breve immagazzinare il gas, ma occorre ragionare in maniera razionale, senza paure ingiustificate, in chiave prospettiva su un piano energetico nazionale serio, senza escludere a priori il nucleare.

L’aumento spaventoso dei costi di energia e di materie prime sono sicuramente acuiti da una pandemia che, nonostante l’allentamento delle misure di contenimento dei contagi, è ben lontana dall’essere finita. La guerra in Ucraina ha senz’altro dato un altro grande contributo all’aumento dei prezzi per le aziende. Ma bisogna essere seri e avere anche il coraggio di denunciare le speculazioni che da oltre un anno, non dall’inizio della guerra, si abbattono sull’Industria, che sostiene in gran parte l’economia reggiana ed emiliana in particolare, e che strozza soprattutto le PMI, ovvero l’80% delle imprese in Emilia.

Noi, come Confapi Emilia, è da oltre un anno che denunciamo un aumento senza giustificazioni delle materie prime e dell’energia. Siamo al 7,4% di inflazione e sono assolutamente convinto che il dato sia stato tenuto sotto la doppia cifra solo dalla decisione di molte aziende di non scaricare l’aumento dei costi sul prezzo finale al cliente, ma piuttosto di ridurre i margini. Cosa che non può ovviamente durare a lungo, come dimostrano le tante imprese che hanno deciso di interrompere la produzione piuttosto che continuare a sostenere questi costi spaventosi. La mia preoccupazione più grande è che per la prima volta rischiamo di avere inflazione e recessione insieme: se questo scenario verrà confermato, l’impatto sul secondo semestre sarà terribile, ben al di là di quanto non dicano le previsioni, già negative, al momento. Ma una soluzione esiste, con strategie sul breve e sul lungo periodo soprattutto in ambito energetico. Dobbiamo certamente pensare a dei rimedi per l’immediato, come l’immagazzinamento di gas: avere una scorta di energia proteggerebbe le imprese dagli effetti immediati della guerra. Ma sarebbe finalmente ora di cominciare a ragionare, senza isterismi, paure o preconcetti, ad un piano strategico a lungo termine sull’energia, senza ovviamente escludere la soluzione del nucleare che, in questo momento, avrebbe garantito una protezione alle aziende rispetto all’aumento dei costi dell’energia, dando tranquillità ad un comparto, quello delle Piccole e Medie Imprese, che sostiene la quasi totalità della nostra economia.

Alberto Cirelli Presidente di Confapi Emilia.

 

Il Resto del Carlino