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Il contesto energetico 11/10/2022

A cura di Duferco Energia

Crolla tutto fino all’inverno?

Continuano a scendere forte i prezzi power e gas su tutta la curva, soprattutto spot e consegne a breve che si sono portate a meno della metà dei valori che si sono visti al picco massimo nell’ultima parte di agosto. In assoluto i prezzi continuano ad essere decisamente elevati e non sostenibili sul lungo termine ma si spera che questa discesa possa alleviare lo stress sulle casse delle aziende.
Il PUN e il PSV_DA sono tornati ai livelli di giugno, con medie settimanali a 130 €/MWh (lun-ven) per il PSV e a 302 €/MWh per il PUN. La forte spinta dell’eolico tedesco e la ripresa del nucleare francese hanno fatto crollare i prezzi dei nostri vicini (165 €/MWh per lo spot power Germania e 267 €/MWh per la Francia).

Come spesso succede in questo periodo, quest’anno più che mai, la differenza la farà il clima (a meno di altre sorprese negative sugli approvvigionamenti!): fino a che non ci sarà l’esplosione del riscaldamento civile sembra esserci ancora spazio per ulteriori discese dei prezzi. I prodotti forward hanno chiuso un’altra settimana molto volatile, con minimi nella giornata di martedì, seguiti da uno storno rialzista fra mercoledì e giovedì ed infine dal crollo di venerdì. Il power Italia perde 32 €/MWh WoW sul Cal23, 57 €/MWh sul Q123 e 75 €/MWh su novembre.
Per il PSV andamento molto simile: – 17 €/MWh WoW per il Cal23, -30 €/MWh per il Q123 e -39 €/MWh per novembre; con queste chiusure il mercato gas è tornato per il momento in contango.

Il Consiglio europeo ha approvato giovedì scorso l’ottavo pacchetto di sanzioni alla Russia, all’interno del quale viene introdotto un tetto al prezzo del petrolio russo esportato verso Paesi Terzi. Da dicembre prossimo sarà vietata qualsiasi attività di intermediazione volta al trasporto via mare verso Paesi Terzi di petrolio russo, a meno che il prodotto non venga venduto a un prezzo pari o inferiore al tetto massimo. I principali operatori petroliferi si sono mostrati contrari al provvedimento, indicandolo come pericoloso per il mercato. Ritengono infatti che, un provvedimento di questo tipo, scatenerebbe un corto sul mercato, con la Russia che potrebbe decidere di non vendere più il proprio greggio, facendo esplodere i prezzi. Il tetto al prezzo e quindi i rischi di mercato, infine, non riguarderanno solo il petrolio ma anche diversi prodotti derivati come i carburanti che saranno colpiti da sanzioni a partire da febbraio 2023.
Infine, sempre giovedì scorso il Consiglio UE ha adottato formalmente il Regolamento contro l’emergenza per i prezzi energetici, contenente misure per la riduzione dei consumi elettrici, un tetto (180 €/MWh) per la generazione elettrica da rinnovabile, nucleare, lignite, prodotti petroliferi e una tassa sugli utili eccedenti delle compagnie oil&gas da utilizzare come fonte di sostegno ai clienti finali.