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Rapporto biennale sulla parità di genere: nuova scadenza

Gentili associati,

La legge n. 162/2021 ha introdotto a carico delle aziende pubbliche e private con oltre 50 dipendenti (prima la soglia era fissata oltre i 100 dipendenti), l’obbligo di redigere un rapporto ogni due anni sulla situazione del personale maschile e femminile (si veda sull’argomento anche la nostra circolare n.
398/2021). Il termine di invio del rapporto che, originariamente stabilito dal DM 2018, era stato fissato alla data del 30 aprile dell’anno successivo alla scadenza di ciascun biennio, viene ora fissato, sulla base di un apposito decreto interministeriale del 29-03-2022 e solo per il biennio 2020-2021, alla
data del 30 settembre 2022. Per i bienni successivi si tornerà al termine tradizionale del 30 aprile.
Dopo le modifiche apportate dalla legge n. 162/2021, le informazioni da includere nel documento sono particolarmente numerose. Il rapporto biennale dovrà infatti indicare:
• il numero dei lavoratori occupati distinti per sesso;
• il numero degli eventuali lavoratori distinti per sesso assunti nel corso dell’anno;
• le differenze tra le retribuzioni iniziali dei lavoratori di ciascun sesso;
• l’inquadramento contrattuale e la funzione svolta da ciascun occupato.
Vengono previste inoltre informazioni circa l’importo della retribuzione complessiva corrisposta, delle componenti accessorie del salario, delle indennità, anche collegate al risultato, dei bonus e di qualsiasi altro beneficio, anche in natura, eventualmente riconosciuto.

Si dovranno anche indicare le modalità di accesso al rapporto da parte dei dipendenti e delle rappresentanze sindacali dell’azienda interessata, al fine di usufruire delle tutele giudiziarie previste.

Non dovranno poi mancare informazioni sui processi di selezione e di reclutamento, nonché sulle procedure utilizzate per l’accesso alla qualificazione professionale ed alla formazione manageriale, nonché sulle misure adottate per promuovere la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Una serie di informazioni piuttosto ampie quindi come si può vedere, ma si tenga presente che l’obiettivo della parità di genere è considerato dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) una delle tre priorità trasversali in termini di inclusione sociale; al punto da voler raggiungere, entro il 2026, un
incremento di ben cinque punti nella classifica dell’indice elaborato dall’Istituto europeo dell’uguaglianza di genere (Eige).